Tornare a scrivere dopo così tanto tempo...
Quante volte ho sentito il bisogno
di far uscire quello che ho dentro.
Si, perché scrivere per me è sempre stato questo.
I mesi di silenzio da questo mio “diario”
sono stati un vortice di risa, pianti e lavoro, tanto lavoro.
Ho incanalato i miei sforzi e i miei pensieri in quello,
senza voler pensare alle delusioni di altro.
Ho capito che fare quello che ti piace è una delle conquiste
più grandi a cui si possa aspirare.
E a me piace, tanto!
Eppure quella punta di malinconia è sempre in un angolo,
seppur nascosto, del mio cuore.
Per quanto mi sforzi c’è sempre.
Viene sempre fuori nei momenti difficili, o in quelli sbagliati.
Gli insuccessi e le interruzioni delle terapie dei mesi scorsi
non hanno fatto che rafforzarla, ed è sempre più difficile,
ho visto la mia positività svanire ad ogni nuova terapia,
ad ogni puntura, ad ogni pasticca, ad ogni esito.
Sulla nostra cartella siamo stati “etichettati” come
“plurifallimento”.
Parola pesante da sentire.
Ho cercato continuamente di soffocarla con i pensieri positivi,
le piccole gioie quotidiane, gli abbracci,
il mio lavoro che amo così tanto.
Ma non posso fingere con me stessa, la mia mente non mi da tregua!
Diventerò zia.
Non riuscivo a smettere di pensare a quanto egoista fossi
nel momento dell’annuncio, in cui averi solo dovuto essere felice,
ma in cui in realtà sentivo solo un gran peso sul petto che mi opprimeva, mi soffocava, lasciandomi senza respiro, in apnea.
Ho pensato a quanto egoista fossi.
Ho pensato a quanto i miei genitori potessero sentirsi nel mezzo.
Ho visto mia mamma piangere mentre mi guardava in quell’abbraccio,
l’ho vista piangere di felicità
e le ho visto un velo troppo spesso di tristezza per me negli occhi.
Ho visto il mio babbo preoccuparsi per me
invece di saltare di gioia.
Ho pensato alle parole “avevo paura di dirtelo”
e a quanto il mio dolore abbia influenzato tutta la mia famiglia.
Un morbo difficile da combattere,
che infetta me e chi mi sta intorno.
Non è giusto!
Non è questo che avrei voluto, non è questo quello che voglio.
Eppure spesso mi sono sentita sopraffatta, stremata.
Ho visto la mia forza scemare,
la mia positività scivolarmi tra le dita.
Ho pianto tanto… troppo, non voglio piangere più.
È domenica mattina. Valerio è partito presto per andare a un corso, mi ha svegliata per farmi la puntura. Odio doverle fare! Mi sto ancora massaggiando la pancia dolorante per il progesterone. Il liquido fa un male cane e la pancia non è il punto più piacevole dove iniettarlo. La mattina a sinistra, la sera a destra, e ricominciare. Mi ha già chiamata (due volte!) per sapere come sto, le punture fanno quasi più male a lui al cuore, che a me alla pancia. Resto nel letto guardando l’autunno fuori dalle finestre della camera godendomi lo spettacolo della natura sempre in perenne mutazione. Non abbiamo mai voluto le tende. Non voglio perdermi il sorgere del sole, veder correre uno scoiattolo sul prato, o i Daini verso il fiume. Non voglio perdermi le nuvole che cambiamo colore con i minuti che passano. Ora però mi devo alzare, devo andare a comprare i melograni per l’ultimo matrimonio di questa stagione così piena di grandi soddisfazioni e poi pranzo di famiglia. Mi metto la gonna nuova che sta appena sopra ai buchi violacei e doloranti, senza premerli.
Oggi sono tranquilla. Abbiamo una nuova terapia, nuove aspettative. La malinconia c’è sempre, ma sto imparando a domarla.
Martina queste parole sono struggenti e nello stesso tempo piene di amore. So di cosa parli, lo vivo accanto ad una persona a me vicinissima, tocco il dolore. Non mettere le tende, guardate sorgere il sole, ogni nuovo giorno è una speranza, una nuova possibilità. Non mettete le tende, un giorno dovrai guardare piccola gambine scorrazzare nel prato, controllare i suoi giochi e cogliere tutti i progressi... con tutto il mio cuore, Alessandra.
RispondiEliminaGrazie Alessandra, le tue parole sono come un abbraccio direttamente sul cuore! ❤️
RispondiEliminaTieniti forte Martina,sono sicura che vincerai la tua lotta e presto il tuo sogno si avvererà.
RispondiEliminaUn bacio enorme!
Martina cara, conosco il senso di colpa che hai provato all'annuncio che diventerai zia. Conosco gli sguardi che racconti...
RispondiEliminaPerò sono felice di leggere dei tuoi successi e delle soddisfazioni sul lavoro e mi piace la tua delicatezza, da sempre. Ti mando un abbraccio fortissimo e spero di leggerti presto
❤️
RispondiEliminaciao Martina, hai e hai sempre avuto una delicatezza incredibile nel raccontare le tue emozioni, anche quelle più pesanti o meno positive; conosco molto bene la sensazione di "non felicità" nel ricevere l'annuncio di una nuova vita e il senso di colpa che ne viene subito dopo nel provare questo sentimento così strano. Vi auguro di realizzare i vostri sogni e di poter trasformare la tua malinconia in immensa gioia.
RispondiEliminaSpero di leggerti presto. un abbraccio