Ricordo
ancora il giorno in cui il mio sguardo ha incrociato il suo.
E da quel
giorno siamo stati l’uno dell’altra.
Era una
domenica di fine novembre.
Io, come al solito, passavo il mio fine settimana a
casa del mio babbo,
dove la domenica la mia nonna era solita preparare un
pranzo per tutta la famiglia.
Venivano i miei zii e i miei cugini per passare
la domenica tutti insieme.
La casa era
vicino a un allevamento di cani, boxer soprattutto.
Ricordo che
da piccola giocavo con la figlia della proprietaria
e mi divertivo a vedere
così tanti cuccioli tutti insieme.
Mi sono sempre piaciuti i cani.
Quella
domenica mia zia mi dice che l’allevatrice ha un cucciolo da farmi vedere,
e
decide di portarlo in casa.
Era nato da una boxer che aveva venduto e che la
proprietaria le aveva riportato perché incinta,
e non se la sentiva di farla
partorire in casa propria.
Il padre era il labrador del vicino della
proprietaria, e questo faceva della cucciolata un “problema”.
La proprietaria
non ne voleva sapere dei cuccioli e l’allevatrice, essendo dei bastardini, non
avrebbe potuto ricavarci nulla.
Per cui alla nascita i nove cuccioli sono stati
affogati, prima ancora che potessero esalare il primo respiro, lasciandone solo
uno per levare il latte alla madre e evitare mastiti.
Ero abituata
a vedere i cuccioli, ma Lui era diverso, Lui era speciale.
E’ stato
amore a prima vista!
Lo prendo in
braccio e non voglio lasciarlo più.
Ha solo 40 giorni, non è ancora svezzato e
non riesco a ridarglielo. L’allevatrice lo avrebbe dato al canile.
Non posso,
non voglio riportarlo lì!
Con le
lacrime agli occhi supplico il mio babbo e mi dice che posso tenerlo, ma he
dovremmo convincere la mamma.
Vado
dall’allevatrice “Lo porto a casa mia!”
le dico.
Mi sono fatta spiegare come svezzarlo, lo infilo nel cappotto per
tenerlo al caldo e mentre usciamo dal cancello mi dice:
“Ha già un nome… Si chiama Mosè… E’ stato l’unico a essere sopravvissuto
alle acque…
Ma se vuoi puoi cambiarglielo…”
“No… se lo è guadagnato!”.
Ed è così
che è cominciata.
E per 13 anni e mezzo siamo stati una cosa sola.
Siamo
cresciuti insieme. E con noi è cresciuto il nostro amore.
Abbiamo vissuto
momenti stupendi. Abbiamo superato anche momenti brutti. Abbiamo viaggiato.
Abbiamo affrontato ben tre traslochi. Abbiamo passato pigri pomeriggi estivi
all’ombra. Abbiamo corso. Abbiamo giocato. Ci siamo addormentati abbracciati.
Era la mia ombra.
Dove ero io era lui, e viceversa.
Era sempre lì con me.
E
sarà sempre lì con me.
Non so
ancora come affrontare tutto questo. Non so se il dolore mi accompagnerà
sempre.
Mi dicono di
non pensarci. Di pensare solo ai momenti belli passati insieme. Bhè io ci penso!
E penso che di quei momenti non ne avrò più. Per ora il dolore è troppo grande.
Per ora le lacrime sono il mio unico sfogo... La sola cosa che riescano a
esprimere il mio stato d’animo.
Forse
scrivere ciò che provo mi aiuterà... Ma credo di no.
Voglio solo
pensare che sarà sempre con me.
Ero vicino al tuo letto la scorsa notte.
Ero venuto a dare un´occhiata.
Ho visto che stavi piangendo e non riuscivi a prendere sonno.
Ho uggiolato piano piano quando hai asciugato una lacrima dal
tuo viso,
"Sono io, non ti ho lasciata, è tutto a posto, sto bene,
sono qui".
Ero vicino a te a colazione, e ti ho guardata versare il caffè,
stavi pensando a quante volte le tue mani mi avevano
accarezzato.
Ero con te nei negozi oggi, le tue braccia erano doloranti,
ed io avrei voluto portare i tuoi pacchi, ma non ho potuto.
Ero con te oggi quando sei andata alla mia tomba,
te ne prendi cura con molto amore.
Voglio rassicurarti, io non sono là.
Ho camminato con te per la casa mentre cercavi le tue chiavi,
ti ho toccata con la zampa,
ho sorriso e ti ho detto.
"Sono io".
Sembravi molto stanca e triste seduta su quella sedia,
ed io ho cercato con tutte le mie forze di farti sentire che ero
lì, vicino a te.
Per me è possibile starti cosi vicino,
sempre e dirti: "Non me ne sono mai andato".
Eri seduta tranquilla, poi hai sorriso, penso che tu sapessi...
che, nella quiete della sera, io ero molto vicino a te.
Il giorno è finito... sorrido e ti guardo sbadigliare, e ti
dico:
"Buonanotte mamma, ci vediamo domattina"
E quando arriverà il momento
in cui tu attraverserai il breve spazio che
ci divide,
io ti correrò incontro per darti il
benvenuto,
e resteremo fianco a fianco.
Ho molte cose da mostrarti,
e ci sono molte cose da vedere per te.
Sii paziente, arriva fino alla fine del tuo
viaggio...
e poi vieni a casa,
vieni da me.
{photos and video by me ~ please don't use or copy without permission}
Mosè sei e sarai sempre il numero 1.
sono parole toccanti,mi hai colpito marthy...ti sono vicina pur non avendo mai provato la perdita di un compagno così unico e fedele:*
RispondiEliminaMi hai fatto piangere... troppo doloroso perdere un amico cane, ho provato già due volte questo dolore.... ti capisco
RispondiEliminaAncora oggi provo un grande vuoto...
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