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venerdì 14 ottobre 2016

{DIARIO} 11 ottobre




31 Esami del sangue a testa 
mammografia 
pap test 
7 tamponi 
ecografie varie 
stereogramma
urinocultura
consulenza genetica 
tutto in 4 diversi ospedali.


Il quaderno floreale piano piano si riempie. 
Un fascicolo che diventa sempre più grande e pesante, 
di fogli e di pensieri... 
Racconta di noi, ma solo degli aspetti medici. 
Tra i valori vediamo solo numeri, 
tra i referti leggiamo solo paroloni. 


Vorrei aggiungere delle pagine in cui raccontare di noi
di quanto aspettiamo, e degli alti e dei bassi, 
di quando "questo è il mese giusto!", 
e dopo aver vissuto giorni in un sogno, 
che in realtà nascondeva solo crudeli false speranze, 
ritorni inesorabile alla realtà... 

Di quanto "non è giusto! Perché per gli altri è così facile?"... 
Di quando a un mercatino ho trovato una vecchia altalena 
e non ho resistito e l'ho portata a casa 
e Valerio l'ha risistemata e appesa.
Ora è lì che dondola vuota, in attesa... 

Di quando troviamo un negozio per bambini 
e avremmo voglia di comprare quelle minuscole scarpine... 
Vorrei scrivere una pagina pensando che serva a convincere il destino 
che noi siamo pronti!


 ~ • ~


Gli ultimi mesi sono stati un'altalena 
e oggi abbiamo la prima visita al centro di Infertilità. 
Non sappiamo ancora cosa aspettarci, cosa ci diranno, 
chi ci visiterà.
Non sappiamo nulla 
e io mi sento terribilmente confusa. 
Abbiamo solo in mano due fogli rossi con scritto visita
Ginecologica per me e andrologica per Valerio.
In basso spicca "ACCERTAMENTI PER PROCREAZIONE ASSISTITA"
vedo solo quello, come se non ci fosse scritto altro,
come dovesse ricordarmi perché siamo qui.

In teoria ci dovrebbe essere la Professoressa C. 
che ci ha seguito fino ad oggi, 
o altrimenti una sua collaboratrice che è già a conoscenza 
del nostro quadro clinico. 
Nella scorsa visita forse la Prof. C. 
ci ha spiegato come sarebbe stato, 
ma eravamo così presi dai pensieri e impreparati alla notizia 
che solo quando siamo usciti ci siamo resi conto 
di esserci fatti sopraffare dalle emozioni, 
tralasciando tutte le domande che ancora ci facciamo.
Oggi no, non voglio che si ripeta! 
Voglio chiedere tutto, voglio sapere tutto
Ho bisogno di sapere per filo e per segno cosa dobbiamo fare, 
a che punto siamo e capire bene quale percorso ci aspetta. 
Voglio tornare a casa senza alcun dubbio è con la mente sgombra da cattivi pensieri.


~ • ~

Ho aspettato per mesi che arrivasse questo giorno, 
eppure oggi non vorrei doverlo affrontare. 
Sento che nella mia testa non è cambiato nulla, 
ho i soliti dubbi che non sono riuscita a sciogliere, 
le stesse paure, gli stessi pensieri 
che avevo a giugno quando ho alzato il telefono 
per prendere questo appuntamento.

La sveglia è suonata presto. 
Alle 6 la casa è fredda e buia, 
fuori pioviggina e la voglia di rimanere a letto è tanta, 
perché temo di sapere cosa ci aspetta. 
So di non essere tranquilla come speravo. 
È ancora un tumulto e ho paura che dopo sarà ancora più un vortice.

Ora mentre siamo qui nella sala d'aspetto dell'ospedale, 
mentre compilo il questionario su 
come descrivere i miei "sentimenti legati all'infertilità" 
(e, caro ospedale, forse questo non è il momento più adatto per chiederti di rispondere a questo tipo di domande...), 
con la sua mano nella mia mi sento così tanto fragile 
da voler scappare. 
Voglio andare via! 
Ci sono così tante altre coppie qui. 
C'è chi si tiene per mano, 
chi chiacchiera a voce bassa 
e chi come noi è intenta a finire di compilare i moduli 
prima di essere chiamati. 
Mi sembra di guardare tutto dall'esterno. 
Vedo loro e vedo noi. 
Mi chiedo se abbiano gli stessi nostri pensieri, 
se lei è forte come sembra, 
o se come me ha anche questi momenti di sconforto. 
Anche loro si sentiranno soli in mezzo a tutti gli altri?

La visita di per se è più un colloquio. 
Ci sono una ginecologa, un'andrologo 
e due ragazzi che non ci sono stati presentati, 
ma che credo siano due specializzandi.
Riguardano tutte le analisi che abbiamo fatto nei mesi passati 
e le cartelle ospedaliere di entrambi. 
Ci riempiono di domande in simultanea, 
io rispondo e intanto a Valerio ne fanno altre. 
Non sento cosa gli chiedono perché continuano a parlare anche con me. 
Non capisco cosa gli dicono, non capisco cosa mi dicono.
Cercano di spiegarci la procedura, 
quello che da oggi dovremmo fare, 
gli esami da integrare. 
Ci parlano della ICSI, della stimolazione, 
dell'intervento per asportazione degli ovociti e del transfer.
Ci parlano del 25% di successo. 
Quel numero che per qualche motivo per loro è così positivo, 
per me è così spaventosamente basso...
Ci richiameranno presto per metterci in lista e cominciare. 
Parlano di novembre.
Ci fanno firmare una serie di fogli e io mi sento in una bolla. 
Torniamo a casa con una nuova cartella 
da aggiungere al quaderno floreale: 
"Procreazione Medicalmente Assistita"
Quelle parole sono macigni.

Mi rifugio tra le mie lacrime, ho bisogno di sfogarmi. 
Vorrei stare lì sdraiata sotto il suo caldo abbraccio, 
fermi, senza parlare, senza dover fare nulla, 
senza che il tempo passi, 
senza che i pensieri si insinuino nella mia mente... All'infinito.
Ho paura.
Ho paura di non essere abbastanza forte da affrontare questo percorso.
Ho paura che la mia debolezza distrugga in nostro noi.
Ho paura che la tutta la forza che gli altri vedano in me 
sia solo una facciata, 
che non vedano che sto camminando su un filo sottilissimo 
in equilibrio precario.
Mi sembra di andare troppo veloce rispetto alla mia accettazione.
Eppure sono passati mesi!
Credo di non essere ancora riuscita a vedere tutto questo 
come un'opportunità, ma solo come una sconfitta. 
Una cosa così innaturale.
Le domande mi logorano e le risposte non arrivano.
Sono disposta a rinunciare senza provare? 
Sono convinta che non avrò rimpianti?
Sono pronta ad essere presa per mano e fare il primo passo, 
sapendo cosa ci aspetta, cosa dovremmo affrontare?
Il percorso emotivo mi turba più di quello fisico.

Mi sento a un bivio: o così o niente!
Eppure devo prendere una decisione. 
È facile: è solo si o no. 

Eppure per me ora è così difficile.


6 commenti:

  1. Marthy cara, al massimo ci misurano ma non ci giudicano. Non lo fare con te stessa. Un abbraccio alessia

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  2. E' tanto difficile risponderti e ho immaginato quanto sia stato difficile scriverlo e farci capire cosi bene cosa stai provando. Mi sono immedesimata sai... ho provato a capire... e ci sei riuscita. La disperazione nel fare una cosa cosi naturale come viene detto. Invece non lo è.... Io penso tu debba fare tutto ciò che senti... segui sempre il tuo cuore. Cosi non potrai avere rimpianti... Cerca di pensare sopratutto a voi due come coppia... perchè è normale che tu hai paura che tutto questo possa allontanarvi. Sono situazioni molto dolorose per entrambi ma parlare con l'altro è la cosa migliore tu possa fare, per sapere e per dire sempre all'altro come ti senti. Non dare per scontato niente e vedrai che la coppia sarà ancora piu forte dopo. Vi abbraccio forte...

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  3. Questo post l'avrei potuto scrivere tranquillamente io. Mi ci sono rivista in ogni passaggio, in ogni emozione provata. Ti stimo molto e ti capisco. Capisco quella paura leggera che anima il tuo cuore, perchè tu sai quanto vuoi che quella luce si accenda e si concretizzi, e sai che non vuoi aver vissuto la tua vita sapendo che potevi tentare e non lo hai fatto, e sai che accanto a te hai un uomo che vuole le stesse cose e vi sosterrete a vicenda. SOno cose che ad un occhio inesperto possono sembrare scontate, ma non lo sono, sono basi forti e prezioissime.
    Ho un percorso analogo, costellato di esami, levatacce al mattino per raggiungere Milano e il suo centro fertilità, perchè io le cose le voglio vedere al positivo e non l'ho mai voluto chiamare di infertilità.
    Ricordo ancora la volta che mi ci ha accompagnato mio padre perchè Federico aveva un appuntamento di lavoro... ricordo ancora gli occhi lucidi con i quali ha compreso per la prima volta cosa ci attendeva. Perchè se è vero che non è un percorso facile, è anche vero che tu imparerai a leggerci una grande opportunità.
    Per questo viaggio ti servirà un bagaglio che contenga CORAGGIO, PAZIENZA, SPERANZA, GIOIA.
    Il nostro antidoto, ad esempio, era vivere le trasferte milanesi come una gita. Un momento solo nostro per andare a scovare un ristorantino indiano o comprare una maglietta bella che nella nostra città non avremmo trovato.
    Un carissimo abbraccio. Sii positiva. Nonostante tutto.
    La resilienza è una splendida dote. Alcuni hanno percorsi più in salita ma anche gli strumenti adatti ad affrontare il percorso. Alla fine si acquisisce empatia e sensibilità per affrontare le cose in modo più consapevole.
    Scusa il sermone...

    SAra

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  4. Cara Martina, capisco la tua paura e la tua pena: è una esperienza difficile, ma sento anche la forza che ti muove. Conosco molto bene due coppie che hanno affrontato lo stesso percorso e ho visto anche in loro paure e pene. Una coppia è andata fino in fondo al percorso ed ha avuto il bellissimo risultato sperato; l'altra ha interrotto prima della fine. Credo che se la "base" è solida come mi sembra nel vostro caso, possa essere una esperienza che unisce ancora di più. Non ti abbattere, cerca di seguire la strada che vi appartiene di più, qualunque sia è quella giusta. In bocca al lupo e un abbraccio. claudiag

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  5. Tesoro..leggo solo ora... la mia latitanza dai social mi ha tenuta all'oscuro di tutto... Ti abbraccio forte e ti dico di non mollare... di stringere i denti e di combattere per ciò che vuoi... Arriveranno nuovamente giorni sereni... un bacio
    Raffaella

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  6. Cara Marty, l'unica cosa che devi sapere è che questo percorso è unicamente vostro. Nessuno mai, se non ha vissuto le stesse esperienze, potrà capire cosa vuol dire. Noi dopo 8 iui fallite abbiamo deciso di smettere di stare male. Quanto è giusto insistere? Quanto è giusto stare così maledettamente male per qualcosa che nemmeno esiste? Esistavamo NOI però, e quasi ci si perdeva sempre più presi dal nostro dolore . Perciò guardatevi sempre negli occhi e parlatevi a cuore aperto e sempre sinceramente: solo VOI saprete cosa è meglio per voi. Un abbraccio forte, Ilaria.

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