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domenica 15 luglio 2012

~ Eternamente tua • eternamente mio • eternamente nostri ~


Ricordo ancora il giorno in cui il mio sguardo ha incrociato il suo.
E da quel giorno siamo stati l’uno dell’altra.

Era una domenica di fine novembre. 
Io, come al solito, passavo il mio fine settimana a casa del mio babbo, 
dove la domenica la mia nonna era solita preparare un pranzo per tutta la famiglia. 
Venivano i miei zii e i miei cugini per passare la domenica tutti insieme.
La casa era vicino a un allevamento di cani, boxer soprattutto.
Ricordo che da piccola giocavo con la figlia della proprietaria 
e mi divertivo a vedere così tanti cuccioli tutti insieme. 
Mi sono sempre piaciuti i cani.

Quella domenica mia zia mi dice che l’allevatrice ha un cucciolo da farmi vedere, 
e decide di portarlo in casa.
 Era nato da una boxer che aveva venduto e che la proprietaria le aveva riportato perché incinta,
e non se la sentiva di farla partorire in casa propria. 
Il padre era il labrador del vicino della proprietaria, e questo faceva della cucciolata un “problema”. 
La proprietaria non ne voleva sapere dei cuccioli e l’allevatrice, essendo dei bastardini, non avrebbe potuto ricavarci nulla. 
Per cui alla nascita i nove cuccioli sono stati affogati, prima ancora che potessero esalare il primo respiro, lasciandone solo uno per levare il latte alla madre e evitare mastiti.
Ero abituata a vedere i cuccioli, ma Lui era diverso, Lui era speciale.
E’ stato amore a prima vista!




Lo prendo in braccio e non voglio lasciarlo più. 
Ha solo 40 giorni, non è ancora svezzato e non riesco a ridarglielo. L’allevatrice lo avrebbe dato al canile. 
Non posso, non voglio riportarlo lì!
Con le lacrime agli occhi supplico il mio babbo e mi dice che posso tenerlo, ma he dovremmo convincere la mamma.
Vado dall’allevatrice “Lo porto a casa mia!” le dico.
 Mi sono fatta spiegare come svezzarlo, lo infilo nel cappotto per tenerlo al caldo e mentre usciamo dal cancello mi dice: 
Ha già un nome… Si chiama Mosè… E’ stato l’unico a essere sopravvissuto alle acque… 
Ma se vuoi puoi cambiarglielo…
No… se lo è guadagnato!”.


Ed è così che è cominciata. 
E per 13 anni e mezzo siamo stati una cosa sola. 
Siamo cresciuti insieme. E con noi è cresciuto il nostro amore. 
Abbiamo vissuto momenti stupendi. Abbiamo superato anche momenti brutti. Abbiamo viaggiato. Abbiamo affrontato ben tre traslochi. Abbiamo passato pigri pomeriggi estivi all’ombra. Abbiamo corso. Abbiamo giocato. Ci siamo addormentati abbracciati. 

Era la mia ombra. 
Dove ero io era lui, e viceversa. 
Era sempre lì con me. 
E sarà sempre lì con me.



Non so ancora come affrontare tutto questo. Non so se il dolore mi accompagnerà sempre.
Mi dicono di non pensarci. Di pensare solo ai momenti belli passati insieme. Bhè io ci penso! 
E penso che di quei momenti non ne avrò più. Per ora il dolore è troppo grande. 
Per ora le lacrime sono il mio unico sfogo... La sola cosa che riescano a esprimere il mio stato d’animo.
Forse scrivere ciò che provo mi aiuterà... Ma credo di no.
Voglio solo pensare che sarà sempre con me.


Ero vicino al tuo letto la scorsa notte. 
Ero venuto a dare un´occhiata.

Ho visto che stavi piangendo e non riuscivi a prendere sonno.

Ho uggiolato piano piano quando hai asciugato una lacrima dal tuo viso,

"Sono io, non ti ho lasciata, è tutto a posto, sto bene, sono qui".

Ero vicino a te a colazione, e ti ho guardata versare il caffè,
stavi pensando a quante volte le tue mani mi avevano accarezzato.

Ero con te nei negozi oggi, le tue braccia erano doloranti,
ed io avrei voluto portare i tuoi pacchi, ma non ho potuto.

Ero con te oggi quando sei andata alla mia tomba,
te ne prendi cura con molto amore.

Voglio rassicurarti, io non sono là.

Ho camminato con te per la casa mentre cercavi le tue chiavi,
ti ho toccata con la zampa,
ho sorriso e ti ho detto.

"Sono io".

Sembravi molto stanca e triste seduta su quella sedia,
ed io ho cercato con tutte le mie forze di farti sentire che ero lì, vicino a te.

Per me è possibile starti cosi vicino,
sempre e dirti: "Non me ne sono mai andato".

Eri seduta tranquilla, poi hai sorriso, penso che tu sapessi...
che, nella quiete della sera, io ero molto vicino a te.

Il giorno è finito... sorrido e ti guardo sbadigliare, e ti dico:
"Buonanotte mamma, ci vediamo domattina" 

E quando arriverà il momento
in cui tu attraverserai il breve spazio che ci divide,
io ti correrò incontro per darti il benvenuto,
e resteremo fianco a fianco.

Ho molte cose da mostrarti,
e ci sono molte cose da vedere per te.
Sii paziente, arriva fino alla fine del tuo viaggio...

e poi vieni a casa,
vieni da me.

 {photos and video by me ~ please don't use or copy without permission}

Mosè sei e sarai sempre il numero 1.

3 commenti:

  1. sono parole toccanti,mi hai colpito marthy...ti sono vicina pur non avendo mai provato la perdita di un compagno così unico e fedele:*

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  2. Mi hai fatto piangere... troppo doloroso perdere un amico cane, ho provato già due volte questo dolore.... ti capisco

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